Vigilia di Pasqua
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Allora, fratelli e alberi, con me salutate

il sole che torna sulla grande valle.

Fringuelli, allodole, portate in giro il mio canto:

lungo i raggi del sole

sia dispiegato amore

sulle facciate delle case

su tutta la pianura;

e noi, vestiti a festa, andiamo per le strade

a narrare i dolci, pacati ricordi

della lunga giornata

nella divina verità che ogni cosa compone.

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Domani è il giorno del colle che sanguina:

uccelli, volate sulla croce

a cantare intorno al capo di Dio.

Noi siamo un fiume solo

se uno ha peccato

tutti siamo feriti.

Invece il cielo gli agnelli i prati

sempre fedeli a compiere lo stesso mistero

inesauribile di riti novelli.

È Dio che in essi fiorisce,

si espande, dilaga

e poi ritorna a fiorire.

Dove sarà mai paradiso

Fuori di questa unione divenuta cosciente?

Questo solo è peccato,

origine di ogni altro errare:

il non aver saputo che la terra è di Dio.

Ed egli è nel cuore delle cerve

e sotto le ali delle rondini.

Allora, o creature innocenti, pure voi

Aiutatelo a chieder perdono.

David Maria Turoldo da ‘Poesie’, 1971