Quale è il mio desiderio?
Ci sono domande che da sempre stanno in agguato. Possiamo evitarle, tentare di schivarle o di non parlarne per lungo tempo, ma dentro di noi sappiamo che questo gioco di nascondino ha un prezzo.
Sottrarvisi è sottrarci alla chiamata che la vita ci fa.
Una di queste domande può essere così formulata: “quale è il mio desiderio?” Il mio desiderio profondo, quello che non dipende da nessun possesso o necessità, che non si riferisce a un oggetto ma al senso.
“Quale è il mio desiderio?”. Il desiderio che non coincide con le quotidiane strategie del consumare, bensì con l’ampio orizzonte del portare a pienezza, della realizzazione di me come persona unica e irripetibile, della consapevolezza del mio volto, del mio corpo fatto di esteriorità e interiorità, del mio silenzio, dei miei convincimenti.
La domanda “quale è il mio desiderio?” non la incontreremo senza aver prima acconsentito al viaggio, che inizia solo quando osiamo entrare in noi stessi. Quando ci disponiamo a comprendere quel che è in noi fin dal principio.
> Tratto da “Il piccolo libro delle grandi domande” di Josè Tolentino Mendonça Edizioni Vita e Pensiero