Come predisporsi al dialogo con una persona? Occorre entrare in una condizione di silenzio interiore, dove vengono messi a tacere i discorsi mentali che siamo soliti ripetere a noi stessi (il criticare, lo smontare i pensieri degli altri,il rileggerli secondo la nostra ottica interpretativa, etc. …), per far posto alle parole altrui che stiamo per ricevere.
Occorre essere consapevoli della dignità della persona con la quale stiamo per rapportarci.
Significa essere convinti che quanto egli ci sta per dire sia portatore di valore, contenga sempre e comunque una qualche verità degna di interesse.Convinti che anche nelle dichiarazioni più inverosimili e inaccettabili si celi un nucleo di verità, capace di arricchirci, di smuovere, di farci crescere nel nostro cammino personale, posto che noi riusciamo ad afferrarla, a non disconoscerla.
Essere disposti a entrare in empatia con l’altro, a immedesimarci con le sue storie e le emozioni di cui il racconto altrui è intriso. Sentire, come se fossero i nostri, i patemi, le gioie, le delusioni, le speranze, di cui l’altro ci va parlando.
Allo stesso tempo, mantenere un atteggiamento di distacco, di presa di distanza in cui, con molta attenzione, si osserva non commossi quanto accade. Infatti, occorre anche capire con imparzialità, discernere con equanimità e valutare con raziocinio il tipo di relazione che, grazie al dialogo, si va intessendo.
Al termine del colloquio, esprimere la nostra gratitudine all’interlocutore. Basta poco, anche un sorriso.
Giampiero Comolli “Grammatica dell’ascolto”