Gambaru o del mettercela tutta
Gambaru in giapponese significa «impegnarsi», «dare il meglio di sé», «sforzarsi». Lo si declina in un imperativo che porta coraggio (gambatte, gambare) o in un plurale che abbraccia (gambarō) e, per l’impegno che serve racimolare quando sorge un impedimento, si traduce generalmente con «forza!» oppure, nelle situazioni in cui volontà e casualità ci pare si mescolino, con «in bocca al lupo».
Per i giapponesi è in queste circostanze che si concentra il fulcro di una persona, nella sua capacità di far fronte all’esistenza: anche dinnanzi a una prova, è il verbo gambaru che calibra l’impegno con l’attesa, che esprime il senso di una fatalità non invasiva.
Lo sforzo rimane sempre protagonista. Grande o piccolo che sia, chiunque può dare il proprio contributo.
«Secondo lo Zen, – scriveva Okakura Tenshin – nel sistema di rapporti tra le cose non esiste differenza fra grande e piccolo; un atomo ha in sé le stesse possibilità dell’universo».
Da “WA La via giapponese dell’armonia” di Laura Imai Messina – Ed. Vallardi