La barriera
Il principe di Qin banchettava con i suoi cortigiani. Il pasto era stato abbondantemente annaffiato e il sovrano, leggermente brillo, faceva discorsi scuciti e talvolta strampalati, ai quali i favoriti rispondevano con untuose adulazioni.
Ad un tratto il principe distese le maniche ondeggianti, emise una esclamazione di contentezza e disse: “non esiste maggiore felicità dell’essere un sovrano. Non si deve rendere conto a nessuno e nessuno osa contraddirti!”
A quel punto Kuang, il suo maestro di musica che gli stava seduto davanti, prese il proprio liuto e glielo scaraventò in faccia. Il principe saltò su dal sedile schivando lo strumento che andò a fracassarsi contro il muro.
I cortigiani indignati balzarono in piedi protestando energicamente. Uno di essi chiese al musicista: “Come hai osato alzare la mano contro il tuo signore?”
“Mai farei una cosa del genere, disse offeso il maestro di musica. Ho semplicemente voluto correggere un usurpatore che aveva preso il posto del principe”. E, indicando il sedile vuoto del monarca, aggiunse: “Ho udito provenire da quel posto parole indegne di un sovrano!”
Alcuni dignitari scandalizzati afferrarono il volgare personaggio e lo trascinarono davanti al principe Qin, chiedendogli quale castigo volesse infliggergli Sua Maestà. Ma il sovrano scoppiò a ridere e disse: “Lasciatelo. Mi è più utile di voi perché mi fa da barriera!”
>tratto da “Racconti dei saggi taoisti” Pascal Fauliot, Editore l’Ippocampo